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Valentino Gennarini intervista

Valentino Gennarini, Agente Marittimo

Un uomo di altri tempi

La mia professione è di agente marittimo.

L’ho ereditata da mio padre, adesso c’è mio figlio che prosegue nell’attività.

Abbiamo lavorato sempre molto, e tutto ciò che si è prodotto in termini di ricchezza, tolto quello che serviva per le esigenze di famiglia, dell’azienda, noi l’abbiamo trasferita fuori.

Abbiamo fatto tante cose per la città e per i miei concittadini, bambini che ho fatto operare: uno aveva avuto una pietra con la fionda nell’occhio nella città vecchia aveva 10-11 anni, quindi non so per quale motivo, stava intaccando l’altro occhio, quindi andava incontro alla cecità.

Bene, questo è stato operato a Houston.

Si è salvata la vista.

Mi trovo anche in imbarazzo a parlare di cose che ho fatto, perché le ho fatte sempre in silenzio.

Siamo una famiglia nella legalità, mio fratello è andato in pensione da Generale di Corpo d’armata dei Carabinieri, mio fratello è morto nell’ultima guerra, quindi abbiamo dato il nostro contributo per la nostra patria.

La mia professione

 Ho iniziato il lavoro di raccomandatario che avevo 21 anni.

Insieme a me c’era ancora mio padre.

Noi rappresentiamo l’armatore, ci occupiamo della nave da prima dell’arrivo, durante la permanenza e alla partenza.

È come se fosse l’armatore, il padrone sul posto.

Quando è stato trasferito l’Ilva dallo Stato al privato, con l’avvento di Riva, noi tarantini siamo stati messi fuori completamente, è venuta una società del nord a fare tutto.

E tutto è accaduto nel silenzio più assordante.

Nessuno ci ha difeso, nessuno ha detto una parola.

Non siamo stati difesi da nessuno.

Questa è la verità.

Allora quando dicono erano altri tempi, no!

Erano altri uomini, sono gli uomini che fanno i tempi e non il contrario.

Quindi, la cosa che mi rammarica più di tutto è che non avendo lavoro sufficiente, non posso fare più quello che facevo una volta per il bene comune.

Eppure l’ho fatto.

È stato molto ridimensionato, ma continuo ancora adesso a fare qualcosa.

Noi non abbiamo licenziato mai nessuno, erano figli, fratelli.

Come si fa a dire: “Antonio, tu resti”, “Giovanni, tu te ne vai”.

Come si fa?!

E questo ci ha comportato circa 800 mila euro di perdita, noi l’abbiamo portato sino alla pensione.

Ad uno abbiamo trovato un posto, ad Ancona, da un mio collega e l’altro a fare la guardia notturna.

Ma il resto è rimasto in azienda fino alla pensione.

Le attenzioni per l’ambiente

 Per l’ambiente, ritornando indietro nel tempo, qui arrivavano le navi che trasportavano carbone per le Ferrovie dello Stato, perché le ferrovie andavano a carbone a quell’epoca.

Per non far andare il carbone a mare, perché tra la nave e la banchina c’era spazio.

Nella traslazione della cosiddetta ‘giapponese’, dove si scaricava il carbone, parte cadeva e poteva andare a finire a mare.

Lo sa cosa facevamo?

Mettevamo dei grandi teloni dalla murata della nave fino alla banchina per evitare che il carbone andasse a mare.

Questo abbiamo fatto, che allora la parola ‘ambiente’ forse non esisteva, mai sentito.

– Di che anni parliamo?

Cinquanta, Sessanta penso.

Il porto, una ricchezza anche culturale

Il porto è una delle ricchezze di Taranto, perché c’è tempo che i marittimi sbarcano, vanno in città, comprano, vanno a ristorante.

Persino i russi andavano alla salinella per comprare le biro e le calze di nylon.

Evidentemente in Russia forse costavano troppo.

E quindi i marittimi spendono.

Il porto per Taranto rappresenta una grande ricchezza, in termini anche culturali.

Noi conosciamo gente di tutto il mondo: sono indiani, coreani, russi, cinesi.

Il segreto della longevità

 Per arrivare all’età che ho senza problemi, la mia ricetta che più volte l’ho detta, è di avere il senso dello Stato, avere la coscienza a posto, pagare le tasse quelle che si devono pagare, praticare il bene comune, aiutare la gente, per la città, per quello che occorre.

Sento un benessere fisico, sono direi le vitamine della vita, e poi curare la bellezza interiore, perché la bellezza interiore…

quella esterna col tempo se ne va, quella interiore ti accompagna fino alla fine della vita.

 

*** Trascrizione generata automaticamente ***

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