Seguici su:

Facebook Instagram
  • Italiano
  • English

tra miti e leggende
Miti, leggende e rituali spesso si confondono, si tramandano e portano un’eco lontana ancora oggi.

UNA STORIA MILLENARIA

Sulla fondazione di Taranto si intrecciano leggende che hanno un elemento comune: il mare.

Il mitico Taras, figlio di Poseidone, arriva a cavallo di un delfino; lo spartano Falanto, lega il suo naufragio ad un oracolo. San Cataldo di ritorno dalla Terra Santa, sente una voce divina che gli indica la sua nuova sede vescovile, e lui suggella il legame con Taranto gettando in Mar Piccolo il suo anello. Nel corso della millenaria storia della città, la zona portuale ha avuto spazi sacri. Un’antica chiesetta dedicata a san Marco e san Pietro ricordava il passaggio dei due santi in viaggio verso Roma. Tra tutti va nominato il rapporto con san Cataldo, patrono della città, che già nel 1937 era celebrato sul molo a lui intitolato con una statua alta 5 metri, e una iscrizione rassicurante per i marittimi:

“L’occhio fisso in Dio, la mente contro l’ira dei nembi. Per la salute dei naviganti. Il cuore per la mia città. Splendida di fede e di gloria”.

colonia di delfini in Mar Grande entra nella leggenda

Il mito di Taras e la fondazione della città

Una colonia di delfini ancora oggi popola il golfo di Taranto, dove si possono vedere con facilità nuotare a pelo d’acqua.

La leggenda vuole che l’antica colonia magnogreca di Taranto sia stata fondata da Taras, figlio di Poseidone, dio del mare, all’incirca 2000 anni prima di Cristo. Taras sarebbe approdato presso un corso d’acqua, che poi da lui stesso avrebbe preso il nome di Tara. Mentre compiva sacrifici per onorare suo padre Poseidone, l’apparizione di un delfino fu vista come buon auspicio e incoraggiamento a fondare una città.

un altro mito per la fondazione della città

La leggenda di Falanto ed Etra

Un’altra leggenda vuole come fondatore lo spartano Falanto, che approdò con la moglie Etra e i compagni a Taranto verso il 706 a. C., e con lui iniziano i riferimenti alla vera storia di Taranto. Le prime leggi secondo l’uso di Sparta sarebbero state introdotte nell’antica Taranto grazie a lui, stabilendo una forma di governo aristocratica alla maniera spartana.

Ethra, Satyria e Skuma tornano a incantare la città

Le sirene di taranto

Ethra, Satyria e Skuma incantano cittadini e turisti in visita a Taranto lungo l’affaccio sul golfo del Mar Grande dalla “ringhiera” di Corso Vittorio Emanuele, arricchendo il patrimonio culturale e turistico esistente della ‘destinazione Taranto’ – oggi anche meta crocieristica del Mediterraneo grazie agli scali settimanali della MSC Seaside – attraverso nuovi elementi di bellezza diffusa da ammirare nei suggestivi percorsi ed itinerari inclusi nell’offerta turistica della città jonica.
A completamento dei lavori di recupero, restauro e risanamento effettuati nel porticciolo turistico “Molo Sant’Eligio”, nel 2021 sono state ultimate le operazioni di ricollocazione delle Sirene di Taranto, opera artistica realizzata nel 2001 dallo scultore tarantino, Francesco Trani.

Le Sirene – messe a dura prova dalle intemperie e dall’azione del mare nei loro 20 anni di vita – son tornate a ritrovar bellezza sulla scogliera della Darsena della Capitaneria di Porto in Mar Grande – specchio acqueo rientrante nella circoscrizione territoriale dell’AdSP del Mar Ionio (AdSPMI) sin dal 2004 – insieme a due nuovi “scogli fioriti”, abbelliti con 160 fiori della rinascita in resina poliuretanica, dono del Maestro Trani alla città di Taranto. Le sculture – eseguite in malta cementizia marina con anima metallica, del peso di circa 2500 chilogrammi ciascuna – oltre ad essere oggetto di pregio, narrazione e leggenda per la città dei due mari, rappresentano una delle numerose attrattive culturali ed artistiche per cittadini e turisti in visita nella città Vecchia.

Il culto di Eracle, protettore del commercio e progenitore di Falanto

Un mito che unisce il Mediterraneo

Nell’antica Taras erano molto vivi i culti di divinità ed eroi della mitologia greca. Particolare venerazione spettava al protettore dei commerci: Eracle. Il semidio protettore del commercio, famoso per la sua forza sovrumana , era considerato l’antenato di Falanto. E Falanto, nel mito, promuove gli scambi con la madrepatria greca.

Eracle a Taranto.

Frequenti le raffigurazioni scultoree di Eracle nel territorio tarantino.

Lo troviamo anche nella città romanizzata, riconoscibile dai tipici motivi iconografici: la muscolatura, la clava e la testa ricoperta dalla pelle leonina acquisita con l’uccisione del leone che terrorizzava la zona di Micene. Queste raffigurazioni si ispirano probabilmente all’Eracle di bronzo realizzato sull’acropoli da Lisippo, scultore e bronzista greco del IV secolo a.C., di cui ci restano solo testimonianze letterarie.

Lo stesso Lisippo fu autore della colossale statua di Zeus, posta nell’agorà di Taranto, e diventata bottino di guerra di Fabio Massimo, quando conquistò la città nel 209 a.C., e portò la statua di Zeus a Roma, per sistemarla in Campidoglio.

Il fantasma di Laclos e l’isola di San Paolo

Choderlos de Laclos fu generale dell’esercito napoleonico e autore del romanzo “Le relazioni pericolose” pubblicato nel 1782, capolavoro della letteratura francese. Le sue vicende sono profondamente legate a Taranto perché qui si ritrovò al comando della Riserva di Artiglieria dell’Armata d’Italia e sempre qui gli fu affidato il compito di proseguire la costruzione di un forte per la difesa di Taranto e qui morì il 5 settembre 1803 e fu seppellito nella piazza d’armi interna al Forte edificato sull’isola di San Paolo, la più piccola dell’arcipelago delle Cheradi.

Fortezza di Laclos e isola di san Paolo

1815 Laclos di Ducreux

Purtroppo le sue spoglie non conobbero “il riposo del sepolcro nell’acre solitudine dell’isoletta”: così scrive monsignor Blandamura per descrivere la profanazione della sua tomba da parte di soldatesche indisciplinate. Proprio a questo oltraggio è legata la storia del fantasma di Laclos. Molti pescatori giurano che nelle notti di tempesta si può vedere una figura spettrale che vaga inquieta per l’isola.

ARCHITA, IL GENIO CONDOTTIERO

Giovanni Guarino, attore e narratore tarantino, innamorato della sua città e cultore della storia locale, ci racconta di Archita.

La Rosa dei Venti

La fontana “Rosa dei Venti” progettata dell’architetto Brunetti in onore alla tradizione marinara della città.

Nell’aprile 1953 si inaugura la fontana in Piazza Ebalia [Ebalia era l’area da cui si è espansa Taranto e il suo nome deriva da Ebalo, un leggendario re di Sparta]. Sul bordo della vasca si legge una iscrizione in latino et adversis ventis impavide navigabimus (navigheremo coraggiosamente  anche con venti avversi).

a

Tue ‒ Thu: 09am ‒ 07pm
Fri ‒ Mon: 09am ‒ 05pm

Adults: $25
Children & Students free

Skip to content