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TARANTO MAGNOGRECO

la fioritura al passaggio dall’Età del bronzo all’Età del ferro

DALL’ANTICHITÀ AL PERIODO MAGNOGRECO

Spillone in bronzo con testa a doppia spirale decorato a incisione. 1300-1000 a.C., ritrovato a Taranto, Scoglio del Tonno, 1899. (foto MArTa)

A fine ‘800 la scoperta che svela gli inizi del porto di Taranto

Il primo approdo: lo Scoglio del Tonno

Nel 1899 lo sbancamento dello Scoglio del Tonno, promontorio a ovest dell’imbocco di Mar Piccolo, durante la costruzione del molo del porto mercantile porta alla luce resti di un insediamento dell’età del bronzo-ferro. Nella zona si era già individuata una comunità attiva e in crescita in un arco temporale che va dal neolitico medio al XII secolo a.C. : si erano trovate tombe “a grotticella” e notato l’uso dell’ocra rossa nei riti funerari.

E poi la presenza dell’ossidiana di Lipari (un vetro vulcanico molto ricercato e commerciato nell’antichità per fabbricare armi e strumenti taglienti) e un giacimento di ceramiche del periodo miceneo (XIV-XIII sec. a.C.) fa ipotizzare la presenza di vero e proprio insediamento già in quel tempo.

Dall’antichità ai giorni nostri

Il porto di Taranto ha avuto importanza in diverse epoche storiche dal punto di vista commerciale. A cominciare dal periodo magno-greco fino a metà Settecento sotto il governo borbonico. Nel decennio francese, di inizio Ottocento, si afferma come piazzaforte militare e così pure dopo l’Unità d’Italia.

Ceramica neolitica

Note di approfondimento 1

Da fiorente città della Magna Grecia a colonia romana, dalla decadenza durante le invasioni saracene e barbariche al recupero con i Normanni. Dopo gli Angioini e le forti tassazioni del Principe del Balzo Orsini, la ripresa degli scambi commerciali sotto gli aragonesi fa risollevare la città, prosperità che torna nel Settecento sotto i Borboni. Ad inizio Ottocento, Napoleone Bonaparte comincia a considerare il porto prevalentemente come piazzaforte militare.

Note di approfondimento 2

Con l’Unità d’Italia, si conferma il ruolo militare del porto, ma ne beneficia anche l’aspetto commerciale grazie alla costruzione del Nuovo Arsenale, che segna la prima fase di industrializzazione della città; seguirà una seconda fase nel ‘900, negli anni del boom economico in cui il porto e la città cambiano aspetto: gli insediamenti industriali contigui al bacino portuale, danno al porto un aspetto tipicamente industriale e per volume di movimentazioni arriva tra i primi posti nella classifica nazionale. Il porto cerca di seguire lo sviluppo delle industrie attestate a Taranto..

Mappa dell’Italia Meridionale di Al-Idrisi, 1154 Al-Idrisi disegna l’Italia meridionale con il sud in alto e il nord in basso, perciò la vediamo raffigurata capovolta. (da Wikimedia, Tabula

I ritrovamenti mostrano il successo dell’insediamento antico
la fondazione: mito e prove archeologiche

La tradizione storica fa risalire la fondazione di Taranto al 706 a.C., ad opera di un guerriero spartano, Falanto, approdato sulle coste tarantine. I ritrovamenti archeologici dello Scoglio del Tonno [link allo Scoglio del Tonno](nei pressi dell’attuale ponte di pietra) confermano un contatto commerciale tra Greci e popolazioni autoctone. Il porto di Taranto, nel periodo di massimo splendore della città, che va dal VI secolo aC fino alla conquista romana, fu il più frequentato fra i porti del meridione.

La potenza della sua flotta e l’attività commerciale davano all’antica Taras una notevole influenza politico-economica, lo si comprende dalla diffusione delle monete tarantine e delle ceramiche.

Anfora da trasporto “Corinzia B” corcirese del III sec. a.C. ritrovata a Taranto, via Dante ang. via Polibio, Rione Italia, 1958. (foto MArTa)

busto c.d. di Archita conservato al MAN di Napoli ( foto Marie Lan Nguyen, da Wikimedia Commons)

Stratego e animatore di nuove rotte commerciali
La figura di Archita

Dopo il mitico Falanto che avrebbe fondato la città seguendo il responso dell’oracolo di Delfi, fu Archita (428-360 a.C.) a portare Taranto al suo massimo splendore. Eletto per sette volte stratego, cioè condottiero e governatore della città, attuò una politica di sviluppo che portò Taranto a diventare la metropoli più ricca e importante della Magna Grecia. Con l’edificazione di templi e monumenti diede nuovo aspetto alla città; incoraggiò il commercio via mare stringendo relazioni con diverse città costiere in Sicilia, Istria, Grecia, Nord Africa e Asia Minore.

Il mare era nel suo destino: morì in un naufragio nei pressi del promontorio di Mattinata, nel Gargano, durante un’azione di supporto ai siracusani nell’area adriatica.

Il ricordo di Orazio
Archita nella scienza

Archita fu un uomo eclettico: filosofo pitagorico, anche se era amico del coetaneo Platone (428-348 a.C.); da matematico descrisse le proprietà del cubo; da ingegnere meccanico costruì una macchina volante conosciuta come Colomba di Archita; da musico, proporzionò la distanza dei fori del flauto per trarne maggiore armonia, e inventò una macchina per eseguire varie suonate.

In suo onore il poeta Orazio (65-8 a.C.) compose un’ode, definendolo

“Misuratore del mare, e della terra, e delle innumerevoli arene; ed uomo che sulle celesti sfere ardito avea di sollevarsi ed aggirarsi”.

il busto Archita di Villa Peripato (foto SalvatoreTomai)

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