Roberto Settembrini intervista
Nuove sfide per il porto
Roberto Settembrini, neo-Segretario Generale ci parla del suo approccio alle nuove sfide che il porto di Taranto deve affrontare.
Ho iniziato in questo nuovo incarico di Segretario generale dell’autorità di sistema portuale del mar ionio dall’1 giugno.
Provengo da esperienza esclusivamente di aziende private, 32 anni nelle aziende private, metalmeccaniche, due società multinazionali e poi società della grande distribuzione.
Per cui oltre ad aver percepito come un’importante opportunità quella di passare dal mondo del privato al mondo pubblico, ritengo anche di poter cogliere il privilegio in un momento particolare dell’organizzazione territoriale in cui si lavora naturalmente fianco a fianco tra tecnici dell’ente portuale e tecnici del comune di Taranto.
È tantissima la sensibilità che ho trovato all’interno di questo ente sul concetto di comunità, intendendo per comunità il perfetto e coerente equilibrio riferibile a uno sviluppo tanto sociale quanto economico.
Una nuova vocazione imprenditoriale nell’ultimo decennio
Dal 2012 c’è stata una rivisitazione nelle coscienze territoriali prevalentemente: tutto a un tratto ci si è resi conto che la vocazione imprenditoriale poteva trovare delle alternative alla realtà prevalentemente mono industriale legata all’acciaio, ma nella stessa misura, nella stessa maniera, si era venuto a determinare logicamente è logisticamente lo sviluppo del porto di Taranto.
Si è venuto a creare un paradosso, credo abbastanza unico nella storia dei porti italiani, laddove l’ente portuale è diventato il propulsore per questa diversificazione.
Questo avvio di diversificazione è stato determinato dalla fortissima e straordinaria volontà del Presidente, ma per realizzare – io dico – in soli 4-5 anni tutte le opere che sono state realizzate all’interno di questo porto, non si sarebbe potuto far nulla se non ci fosse stata la forte, emozionante spinta professionale e umana di tutti i colleghi e le colleghe che lavorano all’interno di questa realtà.
Al servizio del contribuente
In un comparto privato, il primo elemento che si sviluppa è il senso di responsabilità, soprattutto quando si ricoprono dei ruoli apicali.
Quindi il senso di responsabilità e il senso del dovere, in questa realtà è stato un terzo elemento che ho scoperto qui dentro, che è quello dello spirito di servizio.
Allora si può essere al servizio solo se ci si identifica come fornitori di una comunità.
Mi son chiesto: “ma il mio datore di lavoro, chi è?”.
Lo Stato, il Presidente, i miei colleghi, e ho sentito subito questa pressione e questo peso quando ho individuato nel mio datore di lavoro il contribuente.
Da tarantino c’è qualcosa in più, che è molto determinante: la possibilità di fare ciò che si ama per chi si ama.
Gratitudine per i “visionari”
La visione portata avanti da ‘visionari’ negli ultimi anni all’interno di questo ente era non immediatamente determinata ad attrarre l’imprenditore A, l’imprenditore B, o l’imprenditore C, ma a creare una delle infrastrutture che a 360 gradi potessero raccogliere qualunque esigenza imprenditoriale.
Si è aggiunta più recentemente anche la sottoscrizione da parte del Presidente dell’atto con cui riacquista la assoluta titolarità del Distripark, già rinominato Ecopark.
Il che cosa vuol dire che si passa da un porto dotato di tutte le infrastrutture polifunzionali, polivalenti per attrarre qualunque esigenza imprenditoriale che possa creare ulteriore sviluppo alla intermodalità, sia logistica portuale che marittima, ma al contempo si acquisisce anche una peculiarità di spazi disponibili che è abbastanza unica soprattutto a livello nazionale.
Tutto questo deve inevitabilmente attrarre imprenditori che abbiano volontà di insediarsi in questo territorio per crescere, per sviluppare.
Il mio sogno
Il mio sogno è che si possa tornare a quel molo san Cataldo di inizio Novecento, che era al servizio delle attività dell’epoca, che erano prevalentemente ittiche ma soprattutto di natura agricola, agro-alimentare.
Ecco possa essere assolutamente collegato e coniugato e quindi il Falanto e il rinnovato molo san Cataldo possano essere quell’elemento di snodo ma di cerniera tra città e le prossime tante evoluzioni di attività imprenditoriali a sostegno coerente della crescita socio-culturale economica di tutta questa comunità.
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