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Rinaldo Melucci intervista

Rinaldo Melucci, Sindaco di Taranto

Il porto come driver di sviluppo sostenibile

La mia è una famiglia che ha acqua salata nelle vene al posto del sangue, perché una famiglia che già un secolo fa si occupava di coltivazione di ostriche e poi si è occupata della produzione di cavi d’acciaio d’ormeggio per le navi.

Il mio papà è stato un operatore della storica Compagnia Portuale del porto e io, negli ultimi 20 anni, ho lavorato all’interno di questo porto ma anche di altri scali europei come broker marittimo e come raccomandatario marittimo, coordinando quelli che sono i servizi ancillari del porto in stretto contatto con l’Autorità di Sistema Portuale.

L’esperienza formativa del lavoro in porto

È stata un’esperienza molto importante dal punto di vista formativo almeno per due elementi veramente significativi.

Il primo quello di avere a che fare sempre con tante maestranze, con tante istituzioni, con tanti soggetti, tanti interessi e ti sprona in qualche maniera a cercare sempre la sintesi, l’equilibrio con moderazione a investire anche energie nuove in direzioni un po’ creative insomma, per fare quello che oggi si definisce problem solving durante le ore di approdo di una nave e poi anche perché occuparsi di contrattualistica, di assicurazioni, di carichi merci.

Ti da un’apertura mentale che forse poche altre professioni ti consegnano.

Devo dire che a distanza di tempo pur non mettendo spesso piede in porto manca l’aria che si respira sul ponte nave, manca tutto quello che faceva parte degli approdi di una nave, nonostante la fatica.

Tutto questo me lo sono ovviamente portato dietro come esperienza umana, come esperienza intellettuale, professionale e devo dire che quando siamo arrivati nel 2017 ad amministrare il Comune di Taranto abbiamo cercato di trasferire questo piglio imprenditoriale, questa capacità di problem solving e di tenere soprattutto insieme, consorziate i gruppi di interesse, le associazioni, i cittadini di questa città intorno all’obiettivo di una svolta culturale e socio economica di questa città.

L’Ecosistema Taranto

Noi spesso pensiamo a Taranto come una città siderurgica, in realtà Taranto ha avuto industria pesante solo negli ultimi 50 anni insomma dell’ultimo secolo, siamo stati per 28 secoli invece una città marittima, una città mercantile e oggi il tentativo che stiamo facendo insieme all’Autorità di Sistema Portuale è quello di recuperare questa forte sintonia di valori, di obiettivi con la città, quindi questa ricucitura del tessuto urbano con il suo porto io credo che questo può essere uno degli assi fondamentali di quel modello di sviluppo finalmente sostenibile, alternativo alla grande industria inquinante che in qualche maniera abbiamo trasferito in questi ultimi anni dentro al nuovo piano urbanistico generale ma soprattutto dentro a questo piano comunale di transizione energetica, economica, ecologica che noi chiamiamo Ecosistema Taranto e che è stato elaborato in particolare in partnership proprio sull’argomento risorsa mare con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio.

Taranto, capitale di mare

Io sono convinto che intorno al porto come driver di sviluppo sostenibile si gioca una parte importante del futuro di questa città.

Il futuro è fatto di crocierismo, è fatto di diversificazione produttiva, di container che ritornano a colorare le banchine del porto.

E a ben guardare più che uno slancio verso il futuro è un ritorno alle origini, perché questa è stata una città per secoli marittima, capitale di mare come noi abbiamo trasferito nel nostro brand turistico da qualche tempo a questa parte.

È una città che guarda peraltro alle esperienze degli altri paesi rivieraschi del Mediterraneo e come sapete si proietta nel suo sforzo di cambiamento anche urbanistico, di ricucitura dei suoi spazi col porto, a ospitare i ventesimi Giochi del Mediterraneo proprio nel 2026, un test di resilienza come lo chiamiamo noi, di questa città che cambia e torna al suo mare quel mare che è in grado di cancellare probabilmente gli errori del recente passato e consegnare ai giovani di questa città una prospettiva differente finalmente sostenibile.

Insomma io vorrei che finalmente i tarantini non si sentissero solo in caso fortuito, per sbaglio in una città di mare ma sentissero di essere una città marittima come dire sentissero che le loro tradizioni, le loro abitudini si possono spendere anche su una parte delle banchine del porto.

Quando saremmo arrivati a questo momento, questo è il sogno, saremo veramente quella Capitale di mare che stiamo presentando anche ai turisti e al mercato.

*** Trascrizione generata automaticamente ***

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