Seguici su:

Facebook Instagram
  • Italiano
  • English

Michele Marraffa intervista

Michele Marraffa, Fondatore della Marraffa Trasporti Srl e suo figlio Giovanni

I TRASPORTI ECCEZIONALI IN AMBITO PORTUALE

I trasporti eccezionali in ambito portuale

Michele Marraffa, Fondatore della Marraffa Trasporti Srl e suo figlio Giovanni, Project Manager della stessa società.

Sono Michele Marraffa, il fondatore della Marraffa srl attualmente, che è nata nel 1977.

Appena preso un diploma da perito industriale, tra l’altro qui a Taranto all’Augusto Righi, invece la mia passione erano i camion, comprai un camioncino che conservo in maniera gelosa e ho incominciato a fare i trasporti.

Siamo stati sempre molto molto attenti a quale fosse il fabbisogno del mercato e abbiamo cercato di coglierlo, fino ad arrivare ai trasporti eccezionali, fino ad arrivare a movimentare 1.100-1.200 tonnellate di merci sui nostri semoventi.

Quindi, è stato veramente un crescendo continuo.

Facciamo tanta formazione ai nostri collaboratori e non abbiamo dipendenti o operai, abbiamo solo ed esclusivamente collaboratori.

Se troviamo un collaboratore giusto e abbiamo la macchina giusta, allora possiamo sfidare l’insfidabile.

Il lavoro è cambiato enormemente: no, non c’è proprio paragone.

Nel ‘77 guidavo un mezzo senza idroguida, oggi non è più pensabile, i mezzi sono veramente come posso dire un lusso, dei salotti.

Però non è solo questo, c’è una tecnologia…Noi riusciamo a movimentare… abbiamo movimentato una piattaforma di quasi 700 tonnellate sul porto di Taranto con dei semplici joystick, quindi un’evoluzione enorme.

Ma lo stesso imbracaggio: i cavi per sollevare centinaia di tonnellate nel passato dovevano avere dimensioni enormi, oggi parliamo di dimensioni (minime) perché l’acciaio anche lì è molto molto evoluto, tutta la tecnologia si è evoluta.

Si possono fare imbracaggi in totale sicurezza perché si va su con le piattaforme.

E uno degli obiettivi primari dove lavoriamo tantissimo e quindi l’attenzione enorme all’uomo è la sicurezza.

Sono Giovanni Marraffa insieme a mio fratello Pasquale faccio parte della seconda generazione della nostra azienda, la Marraffa srl.

La grossa sfida che ci aspetta è riuscire a utilizzare le nuove tecnologie per poter transitare sulle stesse strade che ormai abbiamo da decenni.

Cosa significa poter transitare? Significa poter distribuire il peso del manufatto su più linee d’assi.

Gli assi sono in sostanza le ruote che vedete sotto i camion, utilizzando degli assi che sono detti idraulici, quindi il peso per asse viene distribuito in maniera equa su tutto il camion.

In realtà non si tratta neanche più di camion.

Utilizziamo una tecnologia che si chiama SPMT quindi sono dei veri e propri rimorchi motorizzati l’acronimo sta proprio a indicare che il rimorchio in sé è motorizzato e ha quindi una trazione completamente diversa dai camion tradizionali che vengono trainati da una forza motrice.

Pochi mesi fa all’interno del porto di Taranto, precisamente sul molo polisettoriale ci siamo occupati di movimentare due piattaforme petrolifere da 700 tonnellate.

Per darvi un ordine di grandezza, un camion a pieno carico viaggia a 44 tonnellate quindi 700 tonnellate è come se avessimo movimentato in una volta sola circa 15 e oltre camion.

Abbiamo trasportato queste due piattaforme grazie a dei rimorchi motorizzati, detti Self Propelled Modular Trailers che hanno la possibilità di alzarsi e abbassarsi idraulicamente, quindi tramite  questa tecnologia abbiamo potuto auto-caricare dalla banchina queste due piattaforme e trasportarle singolarmente sotto i bighi della nave.

Con due bighi da 700 tonnellate abbiamo caricato queste due piattaforme su nave, che erano poi destinate a completare il molo dell’Eni Offshore, quindi al largo del porto di Taranto.

Noi siamo arrivati sul porto di Taranto intorno al 2012-2013.

Nel 2014 abbiamo fatto il trasporto più importante
della nostra vita lavorativa e aziendale, probabilmente ancora oggi resta il più importante.

All’epoca c’era una grossissima commessa che doveva prendere la Modomec, che era Belleli, e il pezzo più grande era da 70 metri lungo, nove metri di diametro, 500 tonnellate da portare da vicino Massafra fino a qui al porto di Taranto.

Fu una cosa veramente impensabile per noi fino a quel momento.

Pensate che sono state quasi 9.000 tonnellate di ferro che sono rimasti qua nella provincia di Taranto e imbarcate dal porto di Taranto.

Diversamente se non avessimo dato la fattibilità di quel trasporto sarebbe andato sicuramente all’estero e quindi avremmo perso in quel momento, parliamo nel 2014 c’è stato l’imbarco, quindi la lavorazione iniziata due anni prima, due anni prima ancora gli studi.

Quel trasporto eccezionale è stato qualcosa di particolare, veramente particolare e credo che ci abbia tolto anche qualche anno di vita, a me, alla famiglia, agli operatori, perché fino a quando non è partita e fino a quando non siamo arrivati nel porto e fino a quando le gru della nave non l’hanno sollevato il fiato rimaneva non sospeso ma veramente… ecco abbiamo vissuto con una palla
allo stomaco per diversi mesi, però quando la nave l’ha imbragato mi sono sentito quasi sollevare di dieci metri.

 

*** Trascrizione generata automaticamente ***

a

Tue ‒ Thu: 09am ‒ 07pm
Fri ‒ Mon: 09am ‒ 05pm

Adults: $25
Children & Students free

Skip to content