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Guarino Archita intervista

Giovanni Guarino ci racconta di Archita

ARCHITA, IL GENIO CONDOTTIERO

Per conoscere l’antica potenza di Taranto bisogna tornare al tempo della Magna Grecia quando con più di 200 mila abitanti era una delle più grandi città.

Con il suo grande porto, posta al centro del Mar Mediterraneo, era diventata il più grande emporio commerciale di tutta l’Italia meridionale.

La pesca, le ricche coltivazioni viticole, la manifattura della lana pregiata, la lavorazione della porpora, la produzione delle armi, il conio di monete d’oro e d’argento ne facevano una città ricca ed opulenta.

L’esercito tarantino fu sconfitto in una grande battaglia nel 473 avanti Cristo dai Messapi e dagli Japigi.

Fu quella una sconfitta salutare che segnò la fine dell’oligarchia e l’avvento della democrazia.

A capo della repubblica cittadina venne posto uno stratega, eletto ogni anno dall’aristocrazia e dal popolo.

Taranto riorganizzò il suo esercito, la sua flotta.

Cominciò così il periodo d’oro della città, che raggiunse il suo massimo splendore sotto il mio governo, dal 367 al 360 avanti Cristo.

Archita è il mio nome, nato a Taranto nel 428 avanti Cristo, fui l’unico stratego al quale fu dato il mandato per sette anni di seguito.

Sotto il mio governo, Taranto aumentò la sua prosperità, ne feci la più grande città della Magna Grecia.

Come discepolo di Pitagora, la posi al centro di grandi interessi culturali, alimentandoli e sviluppandoli con amicizie di famosi filosofi: Platone, Empedocle, Aristotele.

Mi sono dilettato nello studio della matematica trovando la proprietà del cubo e nella meccanica, inventando una macchina volante, chiamata la “colomba di Archita”.

L’amore per l’armonia mi ha portato a trovare la distanza precisa tra i fori del flauto.

Elevai la città anche economicamente, sviluppando arti, laboratori, industrie, commerci, stringendo relazioni con città dalla Sicilia all’Istria e anche alla Grecia, dall’Africa all’Asia Minore.

Feci costruire edifici pubblici, templi, grandiosi monumenti anche dall’eccelso maestro Lisippo.

E poi Gymnasium, Stadium, sviluppando lo sport ad altissimo livello.

Nel IV secolo avanti Cristo, Taranto si impose per numeri e qualità degli atleti nelle più importanti competizioni sportive panelleniche.

Indignato per la gelosia degli avversari politici, lasciai la città nel 360 avanti Cristo.

Era il mio settimo anno come stratego.

La morte mi colse nel mare Adriatico, nei pressi del Gargano e da naufrago insepolto il poeta Orazio ha voluto che chiedessi ai naviganti un piccolo suffragio: 

“Non rifiutare di dare alle mie ossa e al capo rimasto scoperto un granello di sottile arena, così rimarrai salvo, ovunque minaccerà Euro con i flutti Esperii siano colpite le selve Venusine, e molta mercanzia, da chi può, te ne venga abbondante, dal giusto Giove e da Nettuno custode della sacra Taranto”.

 

*** Trascrizione generata automaticamente ***

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