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Rimorchiatori intervista

Gaetano Raguseo, Responsabile Base Operativa di Taranto - Rimorchiatori Napoletani

Il servizio dei rimorchiatori

Sono Gaetano Raguseo, responsabile della base operativa di Taranto per i Rimorchiatori Napoletani.

I servizi tecnico-nautici che oltre al rimorchio sono rappresentati dai piloti e ormeggiatori e anche barcaioli,

sono il braccio operativo se vogliamo della Capitaneria di porto che comunque sorveglia i livelli di sicurezza e di efficienza dei mezzi e quindi del porto tutto.

Noi nella base di Taranto abbiamo sei rimorchiatori in concessione, di cui 4 sempre armati e operativi alla chiamata, quindi non appena riceviamo una chiamata dalla nave, dal pilota o dalla Capitaneria di porto, 4 rimorchiatori sono sempre pronti a muovere.

Questo a garanzia della sicurezza delle operazioni portuali.

Il porto di Taranto è un porto dove, vista la stazza delle navi che arrivano anche abbastanza grosse, vige sempre per ragioni di sicurezza l’obbligo, superato un certo tonnellaggio, dell’utilizzo di uno o più rimorchiatori a seconda della stazza stessa della nave.

L’evoluzione dei rimorchiatori

Anche il settore del rimorchio ha avuto negli ultimi vent’anni una evoluzione velocissima: si è passati dai rimorchiatori con propulsione di tipo tradizionale monoelica, con classica barra del timone quello che una volta che eravamo abituati a vedere magari nei film, a una propulsione di tipo azimutale dove sparisce di fatto la barra del timone e si orienta a seconda della necessità di manovra tutta l’elica, quindi tutto il propulsore

e avendo due assi, questi mezzi che apparentemente sono anche abbastanza grandi, ruotano e manovrano in spazi ridottissimi.

Per poterla in qualche modo immaginare è sufficiente pensare a un motore fuoribordo dove normalmente tutto il motore che ruotando la posizione dell’elica dà la spinta alla barca perché questa possa evoluire, avendone due si può anche immaginare che si può navigare anche di traverso.

La potenza dei rimorchiatori

I nostri rimorchiatori attualmente per essere portuali sono abbastanza grossi, l’ultimo arrivato che il Baia che abbiamo immatricolato nel 2020, tira 82 tonnellate al punto fisso.

Punto fisso significa che se io potessi mettere teoricamente un dinamometro, una bilancia, per dirla per i non addetti ai lavori mentre tiro sono nella condizione di tirare un masso, ipotizziamolo così, che pesi 70 tonnellate che stia fermo lì.

Quindi io posso tirare questa massa così grande, ovviamente sulle navi, siccome una nave galleggia, mi viene facile spostare.

Più ho potenza di tiro, più mi viene facile spostare tonnellaggi diciamo notevoli.

Daniele D’Amico, Capitano di lungo corso

Sono al comando di questo rimorchiatore, il rimorchiatore Baia che presta servizio qui nel porto di Taranto e in questo momento ci troviamo nella plancia.

Da questa postazione si ha modo di manovrare nel dettaglio il rimorchiatore, nonché i comandi per le varie periferiche, tra le quali i cannoncini antincendio, i verricelli e quant’altro, che sono essenziali per l’operatività.

Questo qua è semplicemente un cartografico, affianca se non talvolta sostituisce la carta nautica, ufficialmente comunque è semplicemente un sistema ausiliario. Essenziali sono invece questi due comandi che mi comandano separatamente i due timoni e in combinata i due consentono di fare pressoché qualsiasi manovra con il rimorchiatore.

La manovra di aggancio

Per una normalissima manovra di rimorchio in porto, il momento delicato è proprio quello dell’aggancio del rimorchiatore alla nave in particolare a prua, perché la nave sia pure lentamente ma avanza e il rimorchiatore deve manovrare in maniera tale da rimanere egli stesso in sicurezza, deve garantire la sicurezza della nave e degli operatori – perché non dimentichiamo che ci sono sempre marinai sulla nave ma anche sui nostri rimorchiatori – e deve essere un attimo in cui si aggancia il tutto facendolo, ripeto, con estrema precisione ma anche con grandissima sicurezza.

Una volta eravamo abituati a prendere il cavo dalla nave, quello normalmente era un momento anche di criticità, perché dovendo lavorare con un cavo che non è il mio che non conosco eccetera eccetera era anche facile purtroppo che si rompesse.

Ora invece lavoriamo con i nostri cavi, quindi siamo noi a fornire i cavi alle navi e di quel cavo ovviamente ci assumiamo ogni responsabilità perché il cavo è certificato anche per il carico di rottura.

Il cavo normalmente è fatto ed è costruito perché possa sostenere carichi di rottura pari a due volte e mezzo il tiro del rimorchiatore.

Esempi di rimorchi straordinari

Ha fatto storia il transito canale navigabile della Cavour, abbiamo fatto transitare recentemente e successivamente della Garibaldi ma questo per quanto riguarda la Marina Militare, per quanto riguarda invece il traffico commerciale beh qui arrivano navi molto grosse e comunque siamo pronti a qualunque tonnellaggio.

La Cavour, noi siamo stati interessati a questa operazione del primo transito canale di questo gioiello della Marina Militare italiana ma, in ogni caso, c’è stata una lunga preparazione prima dell’evento stesso

che ci ha visti coinvolti in alcuni test che sono stati comunque eseguiti prima dell’operazione vera e propria.

Sono stati valutati in una serie di parametri, anche di natura meteorologica: maree, vento e quant’altro,

per poi addivenire a questa operazione che ha avuto un ottimo successo nonostante le dimensioni della nave fosse al limite del proibitivo rispetto agli spazi del canale navigabile.

 

*** Trascrizione generata automaticamente ***

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