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DAI FRANCESI
ALL'AUTORITA' PORTUALE
14. Decennio Napoleonico (1806-1815)
14. Decennio Napoleonico (1806-1815)
1806
1806

Napoleone lo trasforma in un porto militare

Napoleone fece realizzare uno studio sul porto di Taranto e stabilire così i lavori da compiere per assicurare ad esso la massima efficienza e sicurezza. I lavori relativi al porto furono effettuati in pochissimo tempo; essi riguardarono specialmente l’ampia rada, che venne fortificata nei suoi punti di entrata: furono installate delle batterie nell’isola di S.Paolo e Punta Rondinella. Fu fortificato Capo di S.Vito e ristrutturato l’ancoraggio del porto mercantile. Con la legge sull’eversione della feudalità (1806) furono aboliti i diritti sulle peschiere tarantine, per cui aumentò il numero di pescatori. Veduta del porto di Taranto, di Alessandro D’Anna, 1802. Dis. 10714, 8F.2(1. Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, Napoli. Immagine pubblicata con l’autorizzazione della Società Napoletana di Storia Patria. Ne è vietata l’ulteriore riproduzione.
1807
1807

Il porto di Taranto nella descrizione del geografo Giuseppe Pacelli

Il geografo manduriano Giuseppe Pacelli (1764-1811) ai primi dell’Ottocento disegna una serie di mappe dell’intero Salento, poi definito Atlante Salentino. Nella descrizione di Taranto che accompagna la mappa, Pacelli definisce il porto tarantino “uno dei migliori del Regno. Egli è vasto e sicuro, in forma di teatro, del giro di circa 18 miglia, capace di qualunque legno, anche da guerra.” Mappa del porto di Taranto disegnata da Giuseppe Pacelli, Biblioteca Pubblica Arcivescovile ``A. De Leo``, Fondo Manoscritti, ms. N9. GIUSEPPE PACELLI, Atlante salentino sia la Provincia di Otranto divisa nelle sue diocesi ecclesiastiche, 1803.
1810
1810

La lavorazione del bisso, o della “lana pinna”

Una delle particolarità tarantine del primo Ottocento è la manifattura del bisso (o della «lana pinna»), a motivo della grande quantità di un genere di molluschi, la pinna nobilis, che vi si pesca. I fiocchi prodotti dal mollusco danno un filo con cui si lavorano guanti e calze, ricercate dentro e fuori del regno.
Inoltre il porto di Taranto continuava ad essere il punto di raccolta dei cereali di Terra d’Otranto e di produzione del biscotto (circa 1200 quintali annui) per rifornimento degli eserciti e delle navi.
Bisso a ciuffi da Bollettino della Provincia Ionica, Aprile 1928, anno II, n.1-2.
1811
1811

Le attività del porto in una descrizione dell’abate Gagliardo

L’abate tarantino Giovan Battista Gagliardo nella sua Descrizione topografica di Taranto (1811), nell’accennare dei ventimila abitanti sottolinea che “è composta di due terzi di pescatori, e marinari”. E nel descrivere i commerci del porto, scrive che “si mandano fuori Stato gli olii , ed i frumenti , ma ogni sorta di biade, civaje `{`legumi`}`, vino, potassa, lana, cotone, stracci, pelli, cacio, miele, frutti secchi, lavori di cotone a maglia, ed a telaro; lavori di lana pinna, ed altro. A tal'effetto vi sono due caricatoi, per mezzo de' quali si rende comoda, e pronta l’importazione, ed esportazione. Mappa del Mar Piccolo Taranto disegnata da Giuseppe Pacelli, Biblioteca Pubblica Arcivescovile ``A. De Leo``, Fondo Manoscritti, ms. N9. GIUSEPPE PACELLI, Atlante salentino sia la Provincia di Otranto divisa nelle sue diocesi ecclesiastiche, 1803.
15. Secondo periodo borbonico (1815-1860)
15. Secondo periodo borbonico (1815-1860)
1815
1815

Congresso di Vienna che porta alla Restaurazione.

1816
1816

Col ritorno dei Borbone si rallenta lo sviluppo del porto

Al suo ritorno da regnante, re Ferdinando (1751-1825) abolì il corpo “Ponti e Strade” che si occupava dei porti mercantili, istituito dai francesi. Durante il breve regno di Francesco I (1825-30) con la promulgazione della nuova legge di navigazione (1826) si ebbe un incremento della marina mercantile, anche perché si agevolava la costruzione di bastimenti mercantili, mentre restarono carenti le strutture portuali. Il porto di Taranto di Jacob Philipp Hackert, 1789 https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Jakob_Philipp_Hackert_-_Porto_di_Taranto_(1789).jpg Jacob Philipp Hackert, Pubblico dominio, via Wikimedia Commons
1848
1848

Costruzione di una nuova banchina

Il Comune di Taranto fa costruire nel porto mercantile una banchina di 67 metri, con piccoli sporgenti, utile per operazioni d’imbarco e sbarco del mercato del pesce e dei mitili.
In quegli stessi anni, una nuova organizzazione viaria permette una maggiore comunicazione tra le province pugliesi prima mal collegate, rendendo meno essenziali le vie del mare.
Pianta di Taranto della prima metà dell’800, da SPEZIALE Giuseppe Carlo, Storia militare di Taranto negli ultimi cinque secoli, Bari, Laterza 1930.
1854
1854

Si progettano due nuovi fari per l’ingresso in porto.

Da una relazione ministeriale si deduce che il “piccolo e basso fanale di Capo S.Vito che segnala l’ingresso del porto di Taranto” è insufficiente e occorre aumentarne la luce, con l’aggiunta di un “piccolo fanale” sull’isola di san Paolo per indicare il canale di entrata. Progetto di faro per l’isola di san Paolo, 1854 da AA VV, Il porto di Taranto tra passato e presente, Atti del Convegno: Taranto, 28 ottobre 1997, Cressati, Taranto 1998.
1857
1857

Nuovi lavori al porto mercantile.

Nella stessa relazione ministeriale si scrive di “mala condizione del porto di Taranto, ne ha fin dal 1853 ordinata la restaurazione, e vi si faranno pertanto palmi 400 di banchina dal posto del Telegrafo alla Torre della Cittadella avanti la Dogana con iscalette e colonne d’ ormeggio, cavandosi la rispondente parte di mare a palmi 12 colà presso ed a 18 nel resto colla spesa di ducati 28.300. Fornito il quale lavoro più urgente, potrà prolungarsi di altri palmi 340 la mentovata banchina per fino al ponte innanzi a Porta di Napoli colla spesa di altri ducati 19 mila”. Veduta sul porto mercantile dal Convento San Giovanni, 1930 ca. da Rassegna del Comune, 1934, fasc. 7-8, www.internetculturale.it
16. Periodo Post-Unitario (1861-1900)
16. Periodo Post-Unitario (1861-1900)
1861
1861

Unità d’Italia

1861
1861

Il consiglio comunale chiede nuove infrastrutture per lo sviluppo del porto

Il porto mercantile, decaduto sotto gli ultimi Borbone, è al centro dell’attenzione degli amministratori. Il consiglio comunale di Taranto incarica l’architetto Conversano di recarsi a Torino, prima capitale dell’Italia post-unitaria, per chiedere al Ministro dei Lavori Pubblici quelle opere indispensabili per lo sviluppo della città. Opere che riguardano essenzialmente il porto e le sue infrastrutture per favorire il commercio e le attività produttive. Veduta di Taranto dal porto mercantile, 1889 ca. Da ROSS Janet, The Land of Manfred, Prince of Tarentum and King of Sicily, London 1889 da http://books.google.com
1869
1869

Inaugurazione del Canale di Suez

1869
1869

Costruzione del faro di Capo S.Vito

Viene attivato il nuovo faro che va a sostituire un “piccolo e basso fanale”. La lampada è posta su una torre bianca cilindrica alta 43 metri ed insieme al faro posto sull’isola di S. Paolo indica il passaggio di ingresso nella rada del porto. Faro di Capo San Vito che segnala l’ingresso in rada. Foto Salvatore Tomai
1881
1881

Iniziano lavori del nuovo Arsenale Militare e del Ponte Girevole

I lavori dell’Arsenale comprendono il bacino di carenaggio in Mar Piccolo e lo scavo del canale navigabile. Fu abbattuto il ponte in muratura di porta Lecce e si iniziò la costruzione del nuovo ponte in ferro, progettato in due sezioni girevoli nel loro asse, allo scopo di permettere il passaggio di navi con alte alberature. Lavori nel Fosso per l’apertura del Canale Navigabile e costruzione del ponte girevole, 1883 da Rassegna del Comune 1935, fasc. 3-4, www.internetculturale.it
1881
1881

Vengono alla luce i moli dell’antico porto commerciale

L’archeologo Luigi Viola (1851-1924), nel 1881 vide alcuni allineamenti di grandi blocchi squadrati sommersi lungo il lido in Mar Piccolo compreso tra l’ex convento di S.Antonio e l’Ospedale militare. Questi blocchi furono interpretati come tratti della cinta muraria, ma gli studiosi moderni ritengono invece essere i resti di due ampi moli che chiudevano il bacino portuale dell’antico porto commerciale di Taranto, anche perché lì sono state ritrovate molte anfore usate nell’antichità per il trasporto navale. Luigi Viola da Rassegna del Comune 1935, fasc. 3-4, www.internetculturale.it
1885
1885

Legge sui porti, spiagge e fari

Nel regio decreto 3095 del 2 aprile 1885 il porto di Taranto non viene incluso in alcuna categoria perché ancora in corso di accertamento la sua importanza commerciale, in attesa di provvedere allo scavo del fondo e alla costruzione di una banchina d’approdo. Moletto in Mar Piccolo, Foto di Sergio Malfatti.
1886
1886

Nuova banchina al molo S.Eligio

Col sussidio del Governo viene costruita una nuova banchina al molo S.Eligio, anche se considerata lontana dalla stazione ferroviaria e troppo esposta ai venti provenienti da Est e da Sud. Uno dei venti più insidiosi è il libeccio, sebbene raro e di breve durata, come lo scirocco, specialmente d’inverno, che con la sua potenza arreca disturbo alle navi ormeggiate in porto. Rilievo del porto di Taranto, 1887 da AA VV, Il porto di Taranto, Consorzio Area Sviluppo Industrale, Roma 1978.
1887
1887

Inaugurazione del ponte girevole

Dopo cinque anni di lavori che hanno prima visto il ‘taglio’ del canale navigabile e la demolizione di una torre del Castello Aragonese e tre torri del muro civico, viene inaugurato il Ponte Girevole alla presenza del Ministro della Marina Ferdinando Acton (1832-1891). Ponte girevole chiuso, xilografia di Giuseppe Barberis 1898 da Strafforello Gustavo, La patria, geografia dell'Italia / Parte 4. Province di Bari, Foggia, Lecce, Potenza, Unione Tipografico-Editrice, Torino, 1899.
1888
1888

Il porto mercantile alla fine dell’Ottocento

Il Porto viene classificato in II serie, seconda categoria, cioè entra a far parte dei “porti e gli approdi che servono precipuamente al commercio”. A quel tempo, dispone di 4 moli, di cui, il principale, quello di ponente, ha la lunghezza di mt 401, ed è servito da raccordi ferroviari, impianto idrico ed elettrico; su di esso sorgono anche i Magazzini Generali. Oltre al molo di ponente ci sono altri 3 punti di ormeggio, una banchina con fronte accostabile di m 138, un’altra di m 100, ed il molo denominato «di levante» della lunghezza di mt 200, munito di banchina lunga m 169 e larga 12. Porto Mercantile di Taranto nel 1915 da AA VV, Il porto di Taranto, Consorzio Area Sviluppo Industrale, Roma 1978.
1889
1889

Inaugurazione Arsenale militare

La creazione dell’Arsenale, se da un lato incrementò la funzione militare del porto, dall’altro contribuì alla creazione di una serie di medie e piccole industrie, le quali dettero di riflesso maggiore importanza al porto mercantile, che riceve nuovi finanziamenti per l’ampliamento. Pianta del porto di Taranto nel 1887 da AA VV, Il porto di Taranto, Consorzio Area Sviluppo Industrale, Roma 1978.
1899
1899

Scavi archeologici testimoniano un insediamento dell’età del bronzo-ferro

Durante lo sbancamento dello Scoglio del Tonno, promontorio a ovest dell’imbocco di Mar Piccolo, per la costruzione del molo, vengono alla luce resti di un antichissimo insediamento dell’età del bronzo-ferro. Nella zona erano già state raccolte testimonianze di una comunità attiva e in crescita in un arco temporale che va dal neolitico medio al XII secolo a.C.: pratica dell’inumazione in tombe “a grotticella”, l’uso dell’ocra rossa nei riti funerari e ceramiche micenee, facendo ipotizzare la presenza di una vera e propria stazione insediativa micenea. Sbancamento scoglio del tonno da AA VV, Taranto da una guerra all’altra, Mandese, Taranto 1986.
17. Primo Novecento (1900-1914)
17. Primo Novecento (1900-1914)
1906
1906

Lavori di ampliamento del bacino portuale

Terminano una serie di lavori in porto: un molo rettilineo di circa 400 metri terminante con breve braccio a martello, che limita l’estremo angolo interno del Mar Grande. Il molo è parte a scogliera, parte con banchina; e s’era sperato così di smorzare sensibilmente sia le onde da scirocco che da libeccio, ma non sortì gli effetti sperati. Tanto che i piroscafi continuarono ad ormeggiarsi nel tratto fra S. Eligio e la Batteria Carducci, mentre i velieri continuavano ad accostare alla calata di S. Eligio, e le operazioni commerciali continuarono mediante barche d’alleggio. Disegno della diga foranea fra Punta Rondinella e l’isola di S.Paolo, passando per l’isola di S.Pietro, da AA VV, Il porto di Taranto, Consorzio Area Sviluppo Industrale, Roma 1978.
1911
1911

In crescita il movimento delle merci in porto

Assai rilevante è l’importazione specialmente di carbon fossile per la marina da guerra e per le ferrovie, e quella, in minore quantità, di calce, cemento, ferro, cereali, farine, paste, legnami, a cui si aggiunge, per quanto in proporzioni molto più ridotte, l’esportazione d’olio, vino, cereali, frutta secca e legna da ardere. Ponte di Porta Napoli con vista sul molo s.Eligio, 1908 da Rassegna Pugliese 1913, nr 6-7-8 - http://books.google.com
1912
1912

Linee commerciali e di navigazione.

Arrivano a Taranto 560 navi, tra piroscafi e velieri nazionali ed esteri, e ne partono 556. Anche l’istituzione di alcune linee di navigazione contribuisce al traffico portuale. Prima della guerra del 1915-18, Taranto è toccata dalla linea di navigazione Londra-Bombay e dalla linea commerciale Genova-Venezia, che dava un vapore in arrivo e uno in partenza ogni settimana. L’incrociatore “Vettor Pisani” passa il canale navigabile, 1912 da Rassegna Pugliese 1913, nr 6-7-8 - http://books.google.com
18. Tra le due guerre (1915-45)
18. Tra le due guerre (1915-45)
1915
1915

Il porto militare assume un ruolo predominante rispetto al mercantile

Con l’intervento nella Prima Guerra Mondiale, Taranto assume un ruolo di primo piano con il suo Arsenale e con i nuovi Cantieri Navali Franco Tosi, per la riparazione e la costruzione delle navi da guerra. Recupero della Nave Leonardo da Vinci nell’Arsenale Militare, 1921. Biblioteca Pubblica Arcivescovile ``A. De Leo``.
1920 ca.
1920 ca.

Ridotte le tratte commerciali e turistiche verso l’Oriente e l’Egitto.

Taranto per un breve periodo è stata una delle tappe della Londra-Bombay, ma dopo la prima guerra mondiale sono rimasti solo un servizio settimanale Taranto – Costantinopoli - Batum `{`Georgia, tra i maggiori porti sul Mar Nero`}` e un servizio quindicinale Trieste – Brindisi – Taranto - Alessandria, esercitato dal Lloyd Triestino. Porto mercantile nel 1918, da Miglioramenti nautici ai porti, canali navigabili, altre opere di pubblica utilità compiute dalla R. Marina durante la guerra, Biblioteca Universitaria - Genova - IT-GE0038 , www.internetculturale.it https://www.internetculturale.it/jmms/iccuviewer/iccu.jsp?id=oai%3Ateca.liguria.it%3A16%3AIC0005%3ALIG0136873&mode=all&teca=Biblioteca+Digitale+Ligure
1920 ca.
1920 ca.

La flottiglia da pesca.

A Taranto c’era una flottiglia di battelli da pesca con 1.248 barche a vela e a remi che operavano nel golfo, 336 barche a motore e 27 motopescherecci che esercitavano la pesca lungo le coste della Calabria. La quantità del prodotto della pesca marittima oscillava intorno ai 65.000 quintali annui. Anche se in misura modesta, anche la pesca contribuiva ai movimenti del porto. Foto del Porto Mercantile con pescherecci ormeggiati, 1910 ca. da Rassegna Pugliese 1913 da http://books.google.com
1923
1923

Taranto diventa capoluogo di provincia

Il 2 settembre 1923, Taranto non è più provincia di Lecce, ma diventa capoluogo di provincia. Conta una popolazione di circa 100mila residenti, con un incremento del 60% rispetto alla rilevazione di 10 anni prima. Colonne doriche e Palazzo di Città, foto di Sergio Malfatti.
1928
1928

Movimentazioni in porto

Dal porto mercantile arrivano e partono 433 navi, con una movimentazione di 209.135 tonnellate di merci. A cui si aggiungono le 110 mila tonnellate di materie prime necessarie per le lavorazioni dei cantieri navali specializzati nella costruzione e riparazione di motonavi mercantili, navi cisterne e navigli militari. Pianta del porto mercantile in previsione di lavori di manutenzione, 1931. Archivio di Stato di Taranto.
1937
1937

Inaugurazione statua san Cataldo in porto

Nel 1937 al molo principale viene inaugurata una statua dedicata a san Cataldo, patrono della città. La statua alta 5 metri porta una invocazione rassicurante per i marittimi: “L’occhio fisso in Dio, la mente contro l’ira dei nembi. Per la salute dei naviganti. Il cuore per la mia città. Splendida di fede e di gloria”. Foto Inaugurazione della statua di san Cataldo al molo di ponente, 30 maggio 1937 Da Rassegna Pugliese 1937, a.VI n.1-6 da www.internetculturale.it
1940
1940

La notte di Taranto

La notte tra l’11 e il 12 novembre la Royal Navy britannica bombarda il porto di Taranto. Nell'attacco la flotta italiana subisce gravi danni, ma soprattutto ci furono 85 morti, di cui 55 civili, e 581 feriti. Veduta del porto turistico, tela di Ciro Fanigliulo, 1932. Palazzo di Città, Taranto.
19. Verso il boom economico (1946-1960)
19. Verso il boom economico (1946-1960)
1950 ca.
1950 ca.

L’affermazione di alcune industrie alimentari.

Nella prima metà del Novecento, si affermano nel movimento del porto alcune industrie alimentari, tra cui: birreria Raffo, l’oleificio Costa, varie industrie enologiche, situate in provincia, infine il grande panificio Candida-De Matteo. Importantissima poi, la fabbrica di Cementi dello Jonio, che ha dato un notevole apporto al traffico portuale con una produzione annua di circa 120.000 tonnellate di cemento. Il porto mercantile visto dalla Croce, foto Sergio Malfatti
1958
1958

Il nuovo ponte girevole

Il vecchio ponte girevole viene sostituito con uno nuovo. Viene inaugurato alla presenza del Presidente Giovanni Gronchi. Il funzionamento diventa in parte elettrico, ma resta inalterato il funzionamento che avviene grazie a turbine idrauliche alimentate da un grande serbatoio posto sul castello aragonese attiguo, capace di 600 metri cubici di acqua che in caduta avviano i due bracci del ponte. Ponte girevole visto dal canale navigabile, foto Sergio Malfatti.
1959
1959

L’adeguamento del porto: ampliamento verso ovest.

Per adeguare il porto alle future esigenze, una commissione locale predispose un piano regolatore che comportava la costruzione di un nuovo porto industriale ad ovest del porto mercantile. Progetto della risistemazione del Porto in rapporto alla zona industriale, 1959 da Il Corriere del Giorno, 9 luglio 1960 in AA VV, Taranto città a me cara – Moro e Taranto, dagli anni della giovinezza alle visite istituzionali, Stampasud, Mottola 2017.
1960
1960

Inizio dei lavori per il Centro Siderurgico.

Il 9 luglio c’è la posa della prima pietra dell’Italsider. Taranto scelta perché in posizione vantaggiosa rispetto ai mercati petroliferi del Medio Oriente, importatori dei prodotti per cui il centro siderurgico è conosciuto ed apprezzato nel mondo: i tubi per oleodotti, gasdotti e grandi linee di acquedotti. Carico di tubi su una nave da AA VV, Il porto di Taranto (a cura dell’Ufficio Studi, Proiezioni ed Elaborazioni Statistiche della Capitaneria di Porto di Taranto diretto dal CF Vincenzo Donvito), Stampasud, Mottola (Ta) 1987
20. La seconda industrializzazione (1961-1994)
20. La seconda industrializzazione (1961-1994)
1964
1964

Inaugurazione del Centro Siderurgico.

L’area portuale si presenta con 4 moli, di cui solo quello di ponente ha una lunghezza di 403 mt. e con 8/9 mt. di fondale. Quando nel 1965 il Centro Siderurgico entra a regime, rispetto al 1959, anno prima dell’inizio dei lavori, il transito delle navi mercantili è aumentato di 15 volte. Solo nei primi mesi del 1966 si contano 950 mercantili in transito da 24 paesi. Le merci arrivano soprattutto dagli Stati Uniti, mentre le merci in partenza sono prevalentemente verso America Latina, Russia e Libia. Molo siderurgico, 1966 da SIMONETTI Michele, Il porto di Taranto – porto di sviluppo industriale del Mezzogiorno, Palombi, Roma 1966.
1967
1967

Inaugurazione della Raffineria.

I lavori per la costruzione degli impianti della raffineria furono iniziati nell’ottobre del 1965 e finiti nel 1967, anno in cui iniziò la produzione. Un campo boe, ubicato nel Mar Grande su fondali profondi, assicura l’ormeggio delle navi petrolifere per lo scarico del greggio, che viene inviato ai serbatoi di deposito a mezzo di un oleodotto sottomarino della lunghezza di 2.750 metri. Per la spedizione dei prodotti finiti via mare, la raffineria dispone di un pontile lungo 1.250 metri. Pontile ENI con lo sfondo della Raffineria Petroli, foto ENI.
1976
1976

Per movimento merci, il porto arriva al quarto posto della graduatoria nazionale.

Nel 1976 il movimento complessivo del porto mercantile è stato di circa 28 milioni di tonnellate tra merci imbarcate e sbarcate, mentre nel 1970 erano quasi 18 milioni di tonnellate. Numeri non paragonabili con la fase pre-industriale, ad esempio nel 1960 si sono movimentate merci per 181.712 tonnellate. Nello schema si vedono le rotte delle principali zone di provenienza delle materie prime. Schema delle principali zone di provenienza delle materie prime, da AA VV, Il porto di Taranto (a cura dell’Ufficio Studi, Proiezioni ed Elaborazioni Statistiche della Capitaneria di Porto di Taranto diretto dal Capitano di Fregata Vincenzo Donvito), Stampasud, Mottola-Taranto 1987.
1994
1994

Nascita delle Autorità Portuali

I porti italiani moderni nascono nel 1994, con la legge di riforma 84/94, Riordino della legislazione in materia portuale. Questa legge sostituisce i consorzi e gli enti autonomi che gestivano i porti con le Autorità Portuali. Oggi ne sono ventiquattro, ciascuna ha un presidente, un comitato portuale, un segretario generale e un collegio di revisori dei conti. Disegnano il piano regolatore e possono richiedere l’autorizzazione al dragaggio dei fondali, opera periodica fondamentale. L’Autorità portuale ha il compito di “indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazioni portuali”. Palazzina dell’Autorità di Sistema Portuale di Taranto, foto Salvatore Tomai.
a

Tue ‒ Thu: 09am ‒ 07pm
Fri ‒ Mon: 09am ‒ 05pm

Adults: $25
Children & Students free

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